Blockchain…
Quanti di voi hanno già sentito questo termine?
Non è una parolaccia.
Non è neanche un complimento, tipo: “sei proprio un bel blockchain!” 😊
Per capire di cosa si stia parlando occorre partire dalla filiera dell’alimentazione.
Avete presente l’etichetta applicata sulle confezioni del Pollo acquistate al supermercato?
Bene. Quell’etichetta contiene informazioni sul pollo, da quando era uovo, poi schiuso, poi pulcino, poi gallina, poi macellato, poi supermercato, poi sulle nostre tavole.
Tutto questo viene tracciato da una serie di informazioni obbligatorie per tutelare la salute del consumatore.
Partendo dal numero di polli allevati, a seguire quelli venduti ed in quale supermercato (o macellerie) sono finiti, sono le informazioni che servono per garantire la qualità del prodotto.
Ma tutto si basa sulla fiducia che a sua volta il consumatore ripone nei confronti della filiera. Infatti, il consumatore dà per scontato la buona fede dell’allevatore e di tutti quegli attori protagonisti fino all’ultimo passaggio, cioè il prodotto sulla tavola.
E se qualcuno facesse il furbo? Come potremmo accorgercene? Ci auguriamo che gli organi competenti facciamo il loro lavoro per garantire la qualità del prodotto per la nostra salute.
Abbiamo bisogno di qualcuno che certifichi la filiera.
Quindi per definizione la FILIERA è un sistema, cioè una serie di documenti che certificano il prodotto finito.
Anche la blockchain viene definita: un Sistema per scambiare dati.
Un sistema che scambia dati attraverso blocchi (detti hash) certificati ed unici, immutabili e trasparenti.
Questi blocchi sono come gli anelli delle catene, ina collegata all’altra, e in caso una venisse tolta, tutto il sistema anche giù.
Mi spiego meglio.
Innanzitutto non esiste alcun server centrale che faccia da intermediario, come capita per tutti i servizi a cui siamo abituati. Esempio, se utilizziamo WhatsApp per comunicare, la nostra chat arriva ad un server che a sua volta lo inoltra al nostro interlocutore.
Nella blockchain questo server non esiste, non esiste alcun intermediario preposto a gestisce le nostre informazioni e faccia da garante (garanzia basata sulla nostra fiducia). Se per qualche motivo questo server dovesse essere hackerato o distrutto, le nostre informazioni andrebbero perse, come le nostre chat.
Attraverso la blockchain le informazioni arrivano direttamente al destinatario attraverso tutta una serie di PC collegati tra loro nel momento in cui i dati vengono scambiati, e approvati dalle persone che partecipano a questo scambio.
immagina di inviare una lettera a 4 persone facete parte di una filiera.
Alfa che scrive un testo e lo invia a Beta che lo approva e lo inoltra a Gamma il quale lo modifica a suo piacimento per poi farlo recapitare a Delta, magari il cliente finale.
La furbizia di Gamma non verrebbe scoperta immediatamente, per via di una fiducia nata precedentemente.
Bene.
Con la blockchain la modifica apportata dal furbo Gamma, per arrivare nelle mani di Delta definitamente avrebbe dovuto essere approvata anche da Alfa e Beta, senza perdere la lettera originale…Il vantaggio della blockchain è che tutte le modifiche apportate al sistema non vengono cancellate ma viaggiano tutte insieme.
Questo processo potrebbe tranquillamente (in un futuro ormai vicino) evitare il passaggio dai Notai per l’autenticità del documento, grazie alla blockchain il documento è sempre in originale e, se modificato, le modifiche sono ben evidenziate.
Questo sistema appena avrà raggiunto la sua massima diffusione, garantirà la tutela degli utenti come ad esempio: l’accesso ai social.
La sua violazione è quasi impossibile…i sistemi di controllo sono raffinati e ben pensati.
Per questo motivo oggi la blockchain viene usata per:
- Criptovalute
- Smart contract
- Cartelle cliniche
- NFT
tutti processi digitali i quali senza una sistema di garanzia certo non potrebbero funzionare.
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